Intr'a Medea
di Germano Marano e Daiana Tripodi
con Daiana Tripodi
costumi Umay Kuo
musiche dei Mattanza
Un percorso, un cammino tortuoso alla ricerca di quei suoni viscerali dell'animo umano, che solo una donna, ferita nel suo orgoglio può possedere.
Un viaggio, interpretato nella lingua originaria dell'attrice, il calabrese (perché alcune cose, a volte sussurrate, perché non si possono ascoltare, a volte urlate, perché devono essere ascoltate, si possono dire solo se ti appartengono fino in fondo) alla scoperta dell'io più profondo dell'essere donna, dell'essere madre. Vive e respira una Medea che resta; ferma, anche quando le sue azioni, che scandalizzano il mondo intero, dovrebbero quantomeno turbarla.
“Comu pozzu jeu jettari sangu! Jeu Medea, figghia di re…”