Emigranti
di Sławomir Mrożek
con Ivan Giambirtone e Rosario Altavilla
costumi Laura Torresin
scene Sabrina Esposito
movimenti scenici Roberta Lutrario
organizzazione Maddalena Franco
regia di Paolo Orlandelli
aiuto regia Giacomo Orlandelli
produzione Coralia Produzioni.
In emigranti, uno dei lavori di Mrozek più amari, sferzanti ed immediati, veniamo condotti nel sottoscala di una grande città “occidentale”, e cioè contrapposta al blocco sovietico come potrebbe essere Roma, Parigi, New York o Buenos Aires. Un non luogo in cui la miseria non è una parola da tradurre ma un dato di fatto di quotidianità disperate. All’interno di questo ambiente privo di finestre si muovono due personaggi indicati nel testo con i nomi convenzionali di “Aa” ed “Xx”. Come si comprende sono due uomini agli antipodi per estrazione sociale, culturale, speranze e stile di vita. Quello che però pur unendoli li differenzia in maniera profonda è l’esperienza dell’emigrazione, che ha messo insieme in maniera paradossale un “uomo del popolo” che ha lasciato la patria per ragioni economiche e un “intellettuale” che è invece fuggito per motivi politici. Due mondi che normalmente non si sarebbero mai incontrati vengono così accostati dalla necessità e la situazione che ne scaturisce diviene potenzialmente distruttiva per entrambi.